Lo zafferano, o Crocus Sativus, ha lasciato tracce già in epoca antichissima nella storia dell'uomo; quella che si ritiene essere la prima e più antica testimonianza dell'uso di questa spezia risale al 1628 a.C., e si trova ad Akrotiri, l'attuale Santorini.Nel 1967 gli scavi dell'archeologo Spirydon Marinatos portano alla luce diversi edifici: uno di questi si pensa fosse un edificio destinato ad uso pubblico-religioso, data la presenza di numerosi affreschi. Il più emblematico di questi raffigura due ragazze intente nella raccolta dei fiori dello zafferano, poichè questa pianta dalle molteplici proprietà, anche farmaceutiche, veniva usata come analgesico per contrastare i dolori mestruali.
La provenienza dello zafferano dall'Asia Minore è testimoniata da diversi scritti antichi e anche nell'Iliade si descrive come fosse d'uso profumare i guanciali con questa spezia prima di andare a dormire.
Dall'Asia Minore le coltivazioni si spostano in Nord Africa, in Europa ed infine in Italia. Il termine zafferano è attestato nella lingua italiana dal XIV secolo e deriva dall'arabo za'faràn.L'arrivo del Crocus Sativus nel nostro Paese non ha una datazione certa, ma il mito riporta ad un monaco domenicano abruzzese di Navelli, grande appassionato di botanica, che nel 1498 portò nel suo villaggio i primi bulbo-tuberi di crocus-sativus; dall'Abruzzo poi la coltivazione dello zafferano si estese in varie regioni d'Italia, per poi decadere in gran parte del paese, rimanendo consistente per lo più solo nel territorio Abruzzese ed in parte di quello Sardo.
Storia,miti e leggende della Spezia dei Re.
Lo zafferano, o Crocus Sativus, ha lasciato tracce già in epoca antichissima nella storia dell’uomo; quella che si ritiene essere la prima e più antica testimonianza dell’uso di questa spezia risale al 1628 a.C., e si trova ad Akrotiri, l’attuale Santorini.Nel 1967 gli scavi dell’archeologo Spirydon Marinatos portano alla luce diversi edifici: uno di questi si pensa fosse un edificio destinato ad uso pubblico-religioso, data la presenza di numerosi affreschi. Il più emblematico di questi raffigura due ragazze intente nella raccolta dei fiori dello zafferano, poichè questa pianta dalle molteplici proprietà, anche farmaceutiche, veniva usata come analgesico per contrastare i dolori mestruali. La provenienza dello zafferano dall’Asia Minore è testimoniata da diversi scritti antichi e anche nell’Iliade si descrive come fosse d’uso profumare i guanciali con questa spezia prima di andare a dormire.
Dall’Asia Minore le coltivazioni si spostano in Nord Africa, in Europa ed infine in Italia. Il termine zafferano è attestato nella lingua italiana dal XIV secolo e deriva dall’arabo za’faràn.L’arrivo del Crocus Sativus nel nostro Paese non ha una datazione certa, ma il mito riporta ad un monaco domenicano abruzzese di Navelli, grande appassionato di botanica, che nel 1498 portò nel suo villaggio i primi bulbo-tuberi di crocus-sativus; dall’Abruzzo poi la coltivazione dello zafferano si estese in varie regioni d’Italia, per poi decadere in gran parte del paese, rimanendo consistente per lo più solo nel territorio Abruzzese ed in parte di quello Sardo.